Forme nello spazio #2

Settembre 13, 2017
  • COLLEZIONE: Forme nello spazio
  • DIMENSIONI: cm x cm
  • TECNICA: Fotografie tiratura limitata – Stampa Fine Art

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Il mondo della ricerca in campo fotografico non si muove in modo lineare, si snoda su sentieri sinuosi, fa dei grandi slanci in avanti, si ferma e magari torna sui suoi passi ma mai per ripetersi, piuttosto per rinnovare antiche intuizioni e – in uno sviluppo dialettico – riproporle in una nuova visione. Sono considerazioni che vengono alla mente di fronte al più recente lavoro di Lia Stein che, pur mantenendosi fedele alla sua poetica caratterizzata da un rigore compositivo di ascendenza geometrica, sceglie ora di allargare l’orizzonte fino a includere una particolarissima riflessione sul tema della matericità.

L’intenzione è quella di andare oltre l’immediatezza della visione immediata per cogliere in una parete, in un’ombra, in un inseguirsi di volumi il rapporto un po’ misterioso che lega le forme allo spazio.
Quello che si richiede all’osservatore è di dedicare una grande attenzione ai soggetti perché solo facendo così si possono cogliere i particolari che caratterizzano queste opere ora solo apparentemente semplici, ora piacevolmente misteriose come nel caso della composizione che accosta elementi architettonici dotati di un grande rigore geometrico come in un gigantesco still life dove si alterano pieni e vuoti, linee nette e curve, superfici piane e ombreggiature appena accennate. A Lia Stein non interessa indicare dove tutto ciò è ambientato ed è evidente che nella sua poetica definite i luoghi di appartenenza è del tutto ininfluente.

Ecco ad esempio comparire un’immagine perfettamente divisa in due: la parte di sinistra rivela la granulosità di un muro bianco, quella destra la sagoma parziale di una figura femminile. Analizzando l’insieme ci si accorge di come il muro si trasformi in una quinta che consente alla donna di attraversare tridimensionalmente lo spazio lasciando pochi elementi della sua presenza – una ciocca di capelli, una borsa portata in spalla – e la curiosità di immaginare chi sia.

Lia Stein ci ricorda così quanto sia difficile stabilire di primo acchito la differenza fra i diversi gradi di realtà ma anche quanto sia piacevole confonderli e lasciare che lo sguardo un poco si perda inseguendo le forme nello spazio.

Roberto Mutti

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