Geometrie cromatiche

Fotografie tiratura limitata

Esposte:
– MIA 2017 PIANETA TERRA#2 è stata selezionata da BNL per “Curators Guide”
– Affordable Art Fair 2017 Milano il progetto è stato segnalato sulla rivista ARTRIBUNE
– PHOTOFESTIVAL 2018 Milano _BIBLIOTECA SORMANI
– WOPART Work on paper 2017 Lugano
– Parigi 2020 archivio 3M

Bisogna avere uno sguardo attento e una forte immaginazione per capire dove viviamo. Probabilmente per pigrizia o forse chissà per disattenzione sono tante le volte in cui ci limitiamo a osservare quella piccola area di spazio che ci circonda e in quanto tale quindi ci rassicura. Quando invece ci sentiamo spinti da quella necessità interiore che si trasforma in curiosità, allora possiamo avere l’audacia di ispezionare la realtà che si estende oltre l’immediatezza e accorgerci così che si tratta di un’operazione insieme avvincente e inquietante. Lia Stein si avventura in questo mondo per ricordarci che dovremmo ben conoscerlo visto che in ultima analisi lo abbiamo costruito, lo frequentiamo, lo pensiamo e perfino, talvolta, lo sogniamo.
 La fotografa, però, ce ne svela inaspettate sfumature e lo fa con una leggerezza e una semplicità che sanno sorprenderci. Nella nostra quotidianità, ci fa notare, ci troviamo immersi quasi senza averne piena consapevolezza in strutture geometriche che allargano la nostra visione, indicano prospettive, suggeriscono percorsi, filtrano la luce, conferiscono valore alla razionalità con cui sono realizzate. Quelle che per abitudine definiamo come abitazioni, strade, piazze, residenze, viste da un attento sguardo esterno appaiono come linee che si intersecano, segmenti che si uniscono in intrecci complessi, semirette che svettano in una sfida lanciata verso il cielo, rette parallele che corrono verso un orizzonte che le farà avvicinare e poi quadrati, rettangoli, triangoli, rombi. L’obiettivo di Lia Stein si sofferma su vetrate, finestre, balconi, facciate con inquadrature audaci che esaltano le superfici, sottolineano i cromatismi, creano accostamenti insoliti per restituirci soggetti simili ad opere d’arte contemporanea. Si ha la sensazione spiazzante ma tutt’altro che sgradevole  di vivere sulla superficie di un dipinto di Mondrian, di aggirarsi all’interno di una torre di Tatlin, di dialogare con i piani che si intersecano in un quadro di Braque. Ora non ci sarà più possibile osservare distrattamente le geometrie delle architetture contemporanee ed è bello che sia stata la fotografia – apparentemente la più realistica delle espressioni artistiche – a sapercelo svelare.

Roberto Mutti

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