Secolari Presenze

Fotografie tiratura limitata stampa fine art

Un giorno il dio del vento Zefiro, soffiando senza troppi pensieri, si trovò di fronte alla ninfa Cloride e subito se ne innamorò: come dono di nozze le diede i semi che lei generosamente elargì agli uomini perché da questi facessero nascere le piante che da allora possiedono il verde della ninfa e sono attraversati dal soffio del dio. Osservare con attenzione un albero senza badare allo scorrere del tempo e senza altro scopo diverso dal solo piacere di farlo significa inevitabilmente far scattare nella mente il meccanismo della fantasia che già aveva animato i nostri antenati. Il deciso ancoraggio nel terreno delle radici, la sofferta ma potente presenza del fusto, il fremere indistinto del fogliame sono aspetti di una realtà che lascia incantanti. Così ha fatto Lia Stein: prima ancora di inquadrare nell’obiettivo gli ulivi davanti a cui si è messa, ha voluto che il suo sguardo si posasse leggero e curioso sull’intera superficie degli alberi fin quasi a raggiungere una sorta di stato ipnotico. Solo allora, infatti, i soggetti si sono rivelati ben oltre il loro aspetto realistico mostrando l’intima loro natura, nascosta a chi non sa guardarla. E’ di fronte a questa rivelazione che la fotografa ha fatto ricorso ai suoi strumenti espressivi per fermare in immagini cariche di una fremente espressività quanto finalmente poteva vedere: il legno tormentato dei fusti è come se imprigionasse due volti accostati, il guizzare di un muscolo, il palpitare di un corpo. Sorprendono queste fotografie per la loro capacità di alludere, raccontare spingendoci così ad immaginare un mondo bello e misterioso. Viene voglia di appoggiare una mano sulla corteccia per sentirla vibrare di un leggero tremore, di ascoltare il suono stridulo delle foglie e quel loro andamento ondeggiante poeticamente definito mare d’argento, di osservare quella quasi impercettibile vivacità che anima la terra da cui spuntano nodose le radici. Lia Stein non vuole descrivere gli ulivi, vuole indicarci la strada per coglierne l’autenticità. Ed è bellissimo che tutto questo avvicinamento estatico possa avvenire tramite la fotografia.

Roberto Mutti

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